Maturazione

Nello studio all’Accademia di Belle Arti (1947-1952) elaboravo la competenza tecnica della pittura ad olio e approfondivo le conoscenze culturali e facoltà critica sia nelle espressioni letterarie che nelle esercitazioni in disegno.
Dopo il diploma all’Accademia, per molti anni perseverai a realizzare grandi composizioni in tecnica mista (1954-1964): lavori sbozzati ad acquerello su speciale preparazione portate a termine con pittura a olio o con toni esaltati mediante la spatola.

Adorazione
Adorazione

Quadri furono esposti alle Mostre di Arte Sacra all’Antoniano di Bologna,  “Adorazione”  e “Piccola confessione” ,

Piccola Confessione
Piccola Confessione

“Le due incognite: nascita e morte”,
“Madre e figlio” e “Stimmate di S. Francesco”.

A Roma, nel 1970, alla Galleria della Pigna esposi
“Maternità”.
Il novantenne abate Fornari di Montecassino, dai grandi occhi celesti di luce purissima, presentandomi all’apposita Commissione, scriveva: «pittrice e dottrinaria» (!!!) interessato com’era ai miei studi d’arte e teologia, che in quella epoca si addentravano nella storia del francescanesimo per il problema degli affreschi giotteschi della Basilica di Assisi.( Vedi: Gabrielli, M. “La Gloria celeste” di Stefano Fiorentino, Paragone, gennaio 1951, n.13, pp. 18-40)
In quell’epoca, con intento ancora professionale, realizzai i miei grandi lavori ad olio: i cartoni per il concorso delle vetrate per la chiesa di S. Nicolò della Flue a Lugano:
“Annunciazione”, “Le nozze di Canaa”, “Il Risveglio di Lazzaro”; la grande pala dell’altare per il concorso della Cittadella Cristiana di Assisi: “S. Giuseppe operaio e Cristo divino lavoratore” (Fig. 25).

S.Giuseppe operaio e Cristino divino lavoratore
S.Giuseppe operaio e Cristino divino lavoratore

Di questo, il disegno a carbone – frutto di particolare esperienza spirituale – fu riportato in una tela di due metri, che non inviai ad Assisi, né mai volli figurasse nel Museo della Cittadella assisiate, di cui non condivido il tenore. (Con l’intento di riportare alla espressione figurata l’arte di noti pittori affermati, furono premiate ed esposte opere tutt’altro che spirituali!).

Invece in acquerello, importante fu l’elaborazione di una composizione, frutto di eccezionale emozione, vissuta alla città di Cottolengo a Torino. Il tema, da realizzare per parete (magari di abside) è concepito in mosaico di ceramiche intarsiate e figurato: “Destini femminili”, “Simboli della femminilità”, “Vergine suora. Madre. Penitente”, “Gigli”.

Mai rinunziai a dipingere ad olio, sia nei ritratti in cui mi appassionai alla ricerca del “rosa fior di pesco” quale bellezza dell’incarnato nei ritratti (“Pia Scagliola”, “Assia Buscoi”, “Eliana Marzeddu”, “Rose Bittens Goldschmidt”, “Gerhard Bittens”),  sia nei paesaggi che, ancora nelle vacanze estive, realizzavo con tecnica più sapiente (“Ischia”, “Il lago Traunsee in Austria”, “Paesaggio in Austria”, “Ischia Ponte”).

Anche in tecnica a olio, in un certo periodo (1964-65), raggiunsi espressioni astratte (“Coloro che vanno”, “Tenerezza”, “Ardore”. Inizio e fine di un rapporto sentimentale!

Coloro che vanno
Coloro che vanno
Tenerezza
Tenerezza
Ardore
Ardore

 

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